La prima parte di questo scritto è stato pubblicato sul numero 2 di “MuseoinVita” Anche il 2016 finisce con un nulla di fatto: il cantiere dei lavori di messa a norma antisismica di Palazzo Schifanoia, e la sua conseguente revisione museografica, resta a tutt’oggi un progetto, per quanto – si viene rassicurati – l’aggiudicazione dei lavori dovrebbe avvenire nel 2017. Fatto sta che dal work in progress speravo di prendere spunti per una riflessione più ampia attorno al “museo nel suo farsi”. Non è stato così, e pertanto si rimanda al prossimo numero di “MuseoinVita”, riservando a questa uscita alcune
Aspettando Schifanoia… si ragiona sul museo nel suo farsi (parte prima)

La collettività sognante non conosce nessuna storia. Per essa il corso dell’accadere scorre via come un sempre uguale e sempre nuovo. Il sensazionale dell’assolutamente nuovo e dell’assolutamente moderno è infatti una forma sognata dell’accadere altrettanto quanto l’eterno ritorno di ogni eguale[1].
Da “Musei ferraresi” a “MuseoinVita”
Si chiamava “Musei Ferraresi”, il bollettino annuale fondato nel 1971 (ma edito nel 1972) da Ranieri Varese – allora direttore dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara –, e che cessò la pubblicazione nel 2000, dopo 19 numeri in ventotto anni di documentazione, approfondimenti, comunicazioni sulle attività e il patrimonio museale ferrarese, non solo storico artistico.