Premessa a cura della redazione
In previsione dell’esposizione della quadreria dell’ASP in deposito presso in Musei di Arte Antica, sono state approntanti 54 tra interventi manutentivi e di restauro. Un risultato raggiunto grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla Fondazione Ferrara Arte, dall’ASP – Azienda Servizi alla Persona, dal CFR e dal CIAS dell’Università degli Studi di Ferrara, con le operazioni conservative dirette dai Musei di Arte Antica sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna.
Di seguito, qualche nota sul restauro della tela di Giacomo Parolini raffigurante San Giovanni Battista alla fonte condotto da Donatella Magnani.
- Fig. 1 – Giacomo Parolini (1663-1733), San Giovanni Battista alla fonte, 1710, olio su tela, cm 297,5 x 185,5, Ferrara, ASP, in deposito presso i Musei di Arte Antica, inv. DOC87 (prima del restauro del 2018)
L’opera è stata oggetto di un importante intervento conservativo negli anni Ottanta del Novecento, come del resto la maggior parte della quadreria, che ha determinato un complessivo buon livello di conservazione, osservabile in primis nelle condizioni materiali del supporto. Dotato ancora del telaio originale, il dipinto presenta una tela a tramatura grossa, una foderatura eseguita con colla di pasta e buone condizioni di planarità, di tensionamento e di adesione generale al supporto.
La tela, già oggetto precedente restauro nel 1980-82, come del resto la quasi totalità della collezione, presenta ancora il telaio ligneo originale, una foderatura eseguita con colla di pasta e tela a tramatura grossa. Si è riscontrata una buona planarità, un buon tensionamento, una buona adesione generale al supporto; da segnalare che la preparazione della tela è stata condotta da Parolini in modo veloce e non completamente coprente, lasciando diverse aree sprovviste e stendendo il colore direttamente sulla tela.
Per quanto attiene la superficie pittorica è da segnalare la discreta condizione della verniciatura protettiva che contrastava con le numerosissime alterazioni dei ritocchi pittorici di restauro, cromaticamente alteranti e quindi incongrui, eseguiti ad olio sul colore originale nonché la presenza di non poche lacune non trattate.
- Fig. 2, L’opera di Parolini durante le fasi di pulitura
- Fig. 3, L’opera di Parolini durante le fasi di stuccatura
In considerazione del buono stato di conservazione del supporto si è proceduto al restauro estetico dell’opera con la pulitura totale eseguita con una soluzione proteica e triammonio citrato e di una pulitura selettiva per la rimozione localizzata di tutti i ritocchi con una soluzione gelificata Carbopol e miscela di solventi. Sono naturalmente stati rimossi anche le stuccature sottostanti con acqua, alcool e ammoniaca. Queste sono state sostituite da nuove stuccature, estese anche alle lacune non trattate dal precedente restauro, con gesso di Bologna e colla animale con la lavorazione materica della superficie.
Si è quindi proceduto con una verniciatura intermedia con vernice mastice, con l’integrazione pittorica con colori a vernice per restauro, infine con la verniciatura finale eseguita con resina acrilica semiopaca nebulizzata.
Al fine di ottenere un’uniformità di visione della collezione esposta in Castello, in accordo con la Direzione Lavori, a completamento dell’intervento è stato applicato un profilo perimetrale in tessuto incollato con con resina termoplastica “Beva” in pasta, totalmente reversibile.
- Fig. 4, L’opera di Parolini al termine delle integrazioni pittoriche
A conclusione del lavoro e in previsione dell’esposizione in Castello, sono state applicate due attaccaglie snodabili nuove, poste al di sotto del perimetro superiore.
Pubblicato su “MuseoinVita” | 7-8 | 2018