Nelle moderne società industriali, l’approccio al tema della conoscenza è purtroppo minato da una esasperata frammentazione delle diverse discipline, in ambito sia scientifico sia artistico/umanistico. Le varie manifestazioni culturali appaiono così monolitiche e impermeabili al mutuo scambio di informazioni, impoverite, devitalizzate e confinate entro ristretti spazi specialistici, quasi esclusivamente destinati agli addetti ai lavori. È evidente che un tale processo determina la perdita di informazioni indispensabili ad ottenere una visione unitaria e non settoriale del sapere, con conseguenze non solo metodologiche, in riferimento ai criteri con cui viene condotto lo studio di una qualunque disciplina, ma soprattutto didattiche, in vista di una riproposizione di un approccio costruttivo rivolto alle nuove generazioni.

Il superamento di questi limiti passa attraverso una profonda integrazione tra i vari ambiti culturali, eliminando le frontiere che oggi ne limitano le interazioni nell’assunto didattico che non esistono più materie scientifiche o letterarie, ma metodologie intelligenti, corrette ed efficaci per proporre le varie discipline.

Il ruolo del CIAS nel progetto

Le numerose ricadute scientifiche ed industriali che già il CIAS ha ottenuto, in particolare nel campo della decontaminazione di aria e di superfici, insieme alla recente acquisizione di specifiche competenze nell’ambito delle indagini diagnostiche non invasive su opere d’arte, hanno suggerito l’avvio di studi finalizzati non solo all’eliminazione di patogeni pericolosi per l’uomo, ma anche al restauro e recupero di manufatti artistici, utilizzando tecniche di riduzione/eliminazione degli attacchi microbiologici.

L’obbiettivo specifico del CIAS è di mutuare in altri contesti le conoscenze scientifiche trasversali di cui già si avvale, ampliandone, al contempo, il campo di interesse e di applicazione, attraverso l’introduzione di tematiche sempre più multidisciplinari, anche collaborando con altri Centri, Istituzioni, professionisti ed aziende nel raggiungimento di eventuali obbiettivi di comune interesse.

La nascita di un progetto comune per lo studio e la salvaguardia dell’arte

Dalla confluenza fra gli interessi scientifici del CIAS, quelli di tutela della Parrocchia di S.Maria in Vado e del Comune di Ferrara, attraverso i Musei di Arte Antica, e della Fondazione Ferrara Arte, impegnati nell’allestimento della mostra Carlo Bononi. L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese, prevista a Palazzo dei Diamanti tra ottobre 2017 e gennaio 2018, è scaturito un progetto di ricerca interdisciplinare.

Il CIAS ha condotto indagini biologiche sia tradizionali sia molecolari, oltre ad effettuare l’analisi chimica delle pitture, ad esempio utilizzando strumenti di microscopia elettronica a scansione (SEM) e a trasmissione (TEM) o di spettrofotometria (XRF), in collaborazione anche con altri ricercatori esperti dell’Università di Ferrara.

Le conoscenze che sono state acquisite con queste sperimentazioni saranno utili, in una fase immediata e successiva al restauro vero e proprio, alla messa a punto di tecniche innovative di decontaminazione dedicate ai manufatti artistici di pregio, mutuando le procedure già applicate con successo dal CIAS in vari ospedali italiani unitamente alla COPMA scrl di Ferrara, per la sanificazione di superfici in aree a medio o elevato rischio infettivo.

I Musei di Arte Antica di Ferrara, hanno portato l’esperienza del Comune nell’ambito della ricerca storico-artistica e museale, costituendo un prezioso filo conduttore con la mostra collocata a Palazzo dei Diamanti.

La Familia Christi, che ben custodisce la Basilica, ha fornito non solo un grande supporto logistico all’iniziativa ma ha arricchito il progetto attraverso le competenze dei propri membri e con la sensibilità e la conoscenza del sacro che sono cardine per dare significato alla pittura del Bononi, in un lavoro che vuole essere aperto, gratuito ed inclusivo.

Tutte le attività vengono naturalmente concordate, approvate e supervisionate dai Tecnici della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ferrara.

Da una catena ad una rete: un progetto culturale in continua espansione

Già in fase di pianificazione del progetto sono nate nuove idee e collaborazioni, fra queste quelle dedicate alla comunicazione e divulgazione del progetto e dei suoi risultati, in particolare con l’aiuto del SE@ (Centro di tecnologie per la Comunicazione, l’Innovazione e la Didattica a Distanza dell’Ateneo) si occuperà di video-documentare il progetto, realizzando una sceneggiatura insieme al gruppo di lavoro e traducendola in un cortometraggio, che avrà lo scopo di illustrare le attività svolte in cantiere e nei laboratori scientifici, fino alla organizzazione espositiva dell’opera. Per consentire una visione complessiva della Basilica, lo studio Errealcubo di Bologna ha realizzato riprese interne ed esterne con droni (APR, Aeromobili a Pilotaggio Remoto).

Il Liceo Ludovico Ariosto ha collaborato con propri tirocinanti interessati allo sviluppo/implementazione di ricerche nel campo delle opere d’arte, del loro restauro e dei metodi più innovativi per comunicarli al pubblico. Gli studenti partecipano anche alla realizzazione di due videoguide e due brochures, nell’ambito del Programma di Alternanza Scuola Lavoro coordinato dal CIAS.

Alla progettazione degli allestimenti interni alla Basilica, oltre al CIAS, hanno contribuito lo studio associato PAN STUDIO di Bologna (Paolo Capponcelli, Mauro Dalloca, Cesare Mari), il per.ind. Luca Palara di Ferrara (impianti elettrici ed illuminotecnici), l’azienda DatteroLuce di Ferrara (consulenza illuminotecnica e fornitura corpi illuminanti), le società Flexalighting e ANlight (fornitura e adattamento corpi illuminanti), gli installatori Marco Antonioli e O.M. Impianti di Ferrara, la ditta ITES di S.Maria Maddalena (RO) per supporto tecnico, le società QUADRICROMA di Bologna e Tosetto di Jesolo (realizzazione grafiche ed allestimenti). COPMA scrl fornisce supporto attività di ricerca (attraverso i propri prodotti e l’uso del sistema PCHS) e finanzia attivamente alcune opere d’arte destinate alla mostra.

Del progetto di divulgazione fa parte anche tutto l’allestimento all’interno della Basilica in occasione della mostra dei quadri di Carlo Bononi, che comprende in particolare:

  • lo spazio mostra dedicato alla comunicazione del progetto e all’esposizione del tondo di Carlo Bononi appena restaurato (accessibile ai visitatori fino a gennaio, prima della sua ricollocazione definitiva a soffitto, sulla cupola nel transetto della Basilica);
  • la predisposizione di un nuovo sito web per la Parrocchia dell’Annunciazione, per comunicare sia le informazioni importanti legate alla vita liturgica sia per mostrare il progetto e rendere fruibile i prodotti realizzati;
  • l’installazione di nuovi tendaggi di ombreggiamento (AllTende di Ferrara e Mingozzi di Voghiera), finalizzati a migliorare la visibilità dei dipinti;
  • la sostituzione di parte dei corpi illuminanti attuali con nuovi fari a led di grande potenza, resa di colore e luminosità, scelti per valorizzare a pieno i dipinti del Bononi all’interno della Basilica e lasciarvi una impronta importante del progetto alla Parrocchia, che ha ospitato e supportato fin da subito l’iniziativa.

Pubblicato su “MuseoinVita” | 5-6 | giugno-dicembre 2017

Tag: