Presentazione del numero doppio 11/12 di “MuseoinVita”

Il biennio 2020/2021 ha sconvolto le vite di ognuno di noi. La pandemia da COVID-19, oltre a molti dei nostri cari e conoscenti, ha portato via anche la nostra normalità, scombinando abitudini, affetti, priorità personali e professionali, minando talvolta la salute fisica, altre volte quella mentale.

Tra chiusure e riaperture, i musei di tutto il mondo hanno cercato un modo per restare aperti e vitali, in molti casi facendo i conti con le proprie difficoltà, in altri approfittando dell’occasione per cercare di rinnovare l’identità digitale e, talvolta, anche quella tradizionale. In questo quadro di oggettive complicazioni, i Musei di Arte Antica di Ferrara hanno compiuto uno sforzo straordinario per adeguare le scadenze fissate da tempo, delle quali si darà conto a breve, e per garantire comunque al proprio pubblico e ai propri visitatori occasioni di scoperta e riflessione.

In questo secondo ambito, come molti musei d’Italia, abbiamo aderito alla campagna #iorestoacasa, lanciata dal MIBAC durante il primo lockdown, offrendo approfondimenti sulle nostre collezioni attraverso la piattaforma Google Arts & Culture (clicca qui per la pagina dei Musei di Arte Antica e qui per la pagina del Museo della Cattedrale), nonché la predisposizione di una serie video da remoto, appositamente creata, dal titolo Anatomia di un dettaglio: il racconto a puntate di alcuni particolari dei nostri capolavori.

Ma è il lavoro sul campo ad aver marcato, nonostante tutto e in modo altamente significativo, questo biennio. Un lavoro che ha consentito di mettere a frutto le linee generali delineate da tempo attraverso un agire quotidiano che ha visto i colleghi e le maestranze coinvolte operare in modo efficace e continuativo.

E così, negli spazi consentiti dalle chiusure forzate, il Museo della Cattedrale ha riaperto con un parziale ma importante riallestimento dei numerosi reliquiari e, soprattutto, della Madonna della melagrana di Jacopo della Quercia, inaugurato l’8 febbraio del 2021. Se ne dà conto in questo numero.

Analogamente, con uno sforzo decisamente maggiore, ha riaperto le sue porte il Museo Schifanoia. La complessità dell’operazione ha imposto anche tempi diversi. Infatti, i riallestimenti delle due ali del palazzo sono giunti a maturazione attraverso quattro momenti fondamentali: nel 2018-19, il restauro architettonico e l’adeguamento antisismico (raccontato nelle sue linee generali nello scorso numero); la riapertura del Salone dei Mesi e delle Sale delle Virtù e delle Imprese, nel giugno 2020, (anche questo illustrato in precedenza sulla nostra rivista); per arrivare nel 2021 al doppio appuntamento: a maggio, l’inaugurazione del nuovo percorso museale dell’ala quattrocentesca o borsiana, a ottobre, l’apertura dell’ala trecentesca o albertina profondamente ripensata e rinnovata.

Una vera e propria rinascita che ha segnato una nuova fase della vita di questo Museo che, nel 2018, anno della chiusura per i suddetti lavori, ha compiuto 120 anni. Il numero 11/12 è pertanto quasi completamente dedicato a queste attività: a ben pensarci, non poteva che essere così.

Ma non è tutto, la sezione Studi e contributi vede ancora una volta, e gliene siamo grati al di là delle formule rituali, un contributo di David Ekserdjian, questa volta incentrato sulle fonti antiche di Ludovico Mazzolino. Accanto alla puntuale fotografia delle attività svolte, raccolta da Elisabetta Capanna, il Colpo d’occhio è dedicato a Scarsellino: lo cura, con il consueto amore per la precisione e per la cultura, Ivana Cambi.

Infine, una nota d’ufficio molto, molto importante. Il 2022, l’anno in cui scrivo queste note, vedrà diverse novità. Dopo il pensionamento di Elisabetta Lopresti, conservatrice di parte delle nostre raccolte, anche Maria Teresa Gulinelli, per decenni conservatrice archeologica e numismatica delle collezioni di arte antica, lascerà il suo incarico. Una figura storica, insostituibile, che ha dedicato buona parte della sua vita professionale a custodire e valorizzare il nostro patrimonio con passione e competenza. Una studiosa di valore che ha contribuito in modo determinante all’ottima riuscita del nuovo allestimento del Museo Schifanoia, specie dell’ala medievale del palazzo. Una tale professionalità non può essere persa e siamo davvero molto grati a Teresa – e all’Amministrazione comunale che ha sostenuto la nostra proposta – per aver accettato di ricoprire, a partire da aprile, il ruolo di conservatrice onoraria, una mansione che consentirà ai Musei di Arte Antica di avvalersi ancora delle sue stimate qualità. Un’altra buona notizia è costituita dall’arrivo, attraverso la formula del contratto di formazione lavoro, di Francesca Acqui, una giovane e preparatissima studiosa di numismatica che giunge ai nostri Musei con un inquadramento professionale non certo adeguato alle sue competenze, ma che raccoglie il testimone da Maria Teresa Gulinelli e che, ne siamo certi, porterà nuova linfa, energia e qualità nel quotidiano lavoro di conservazione e tutela del nostro patrimonio culturale.

Pubblicato su “MuseoinVita” | 11/12 | 2020-21