Il nuovo numero 7/8 di “MuseoinVita” giunge in un momento di profonda transizione per i Musei di Arte Antica.

Da gennaio 2018 il fulcro di quello che una volta era chiamato “polo dell’arte antica”, vale a dire Palazzo Schifanoia, è chiuso per un lungo ma necessario restauro che, nelle intenzioni di tutti, mira a restituire al pubblico un museo finalmente all’altezza del blasone del luogo. Immediatamente dopo il sisma del 2012, i danni subiti avevano già ridotto l’accessibilità alle sole Sale dei Mesi e Sala delle Virtù, imponendo la riduzione del percorso museale alla dimensione borsiana ed estense e negando, di fatto, quella civica, costituita dalle raccolte ospitate nel palazzo a partire dal 1898. Un colpo durissimo per l’identità di un museo come il nostro, strettamente collegato al territorio.

Mentre i tecnici del Servizio Beni Monumentali dell’Amministrazione comunale lavorano al recupero architettonico di questo come di altri monumenti (imminente è, mentre scrivo, la riapertura di San Cristoforo alla Certosa, con i restauri pittorici curati e coordinati da Elisabetta Lopresti), per i Musei di Arte Antica si pone un cruciale problema di attualità del futuro, se mi è concesso il gioco di parole concettuale: quale sarà il Museo che andremo ad inaugurare quando i lavori saranno terminati? Quale linguaggio vorrà esprimere? Quali e quanti elementi, delle svariate collezioni, verranno messi in evidenza e come dialogheranno tra loro?

Il quotidiano confronto con quesiti di simile natura si è accompagnato, inoltre, al cambio della guardia nella Direzione dei Musei stessi, dopo che Angelo Andreotti, direttore di questa istituzione per circa 15 anni, è passato nel maggio scorso a guidare la Biblioteca Ariostea. Un mutamento che ha portato anche ad una ridefinizione amministrativa di non poco conto.

In attesa di una direzione museografica chiara, il presente doppio numero risente inevitabilmente di questa situazione di incertezza. Con l’ormai consueta uscita a cadenza temporale, nell’arco di un mese, gli articoli e i saggi qui raccolti andranno a completare la pubblicazione dei numeri 7/8 concentrandosi essenzialmente su due filoni principali.

Il primo, in ordine di comparizione, riguarda la terza edizione de L’arte per l’arte presso il Castello Estense, l’iniziativa del Comune di Ferrara dedicata alle opere dei musei civici non visibili a causa del sisma. Il nuovo allestimento è dedicato alla quadreria dell’Azienda Servizi alla Persona depositata presso i Musei di Arte Antica nel 1974: Dipingere gli affetti. La pittura sacra a Ferrara tra il Cinque e il Settecento, è il titolo del percorso espositivo che andrà ad ornare l’ala sud e i Camerini dei Principe per tutto il 2019. Si tratta di una selezione delle opere migliori della quadreria ex Orfanotrofi e Conservatori. Gli articoli qui raccolti costituiscono l’ossatura di una sorta di catalogo, assente in esposizione, e prende forma in quattro contributi: un percorso storico attorno agli istituti assistenziali e alle opere che esse ospitavano (di Tito Manlio Cerioli), un’illustrazione del percorso espositivo (curato dallo scrivente), qualche esempio del corposo lavoro di manutenzione e restauro appositamente effettuato (Donatella Magnani) e, infine, una scheda storica su uno dei dipinti più rappresentativi della collezione (di Romeo Pio Cristofori).

Si è scelto di ospitare questa porzione della rivista nella sezione Studi e Contributi per evidenziare, nell’anno in cui è stata varata una sostanziale revisione dell’atto di deposito tra Amministrazione e l’ASP, la particolarità di questa collezione.

Altri corposi contributi sono raccolti nelle rubriche Attività e Collezioni |Catalogo: descrivono lo studio e la laboriosa catalogazione del Civico Medagliere curata e coordinata da Maria Teresa Gulinelli. Dai contributi sulla rappresentazione del potere nella medaglista di Alfonso I (ad opera della stessa Gulinelli), dall’analisi delle tipologie imperiali da Nerone a Vespasiano (Francesca Acqui) e in una rassegna degli esemplari del XX secolo (Renzo Bruni), emerge con forza la ricchezza numerica e la varietà tipologica di questa raccolta.

La rubrica Colpo d’occhio, questa volta curata da Romeo Pio Cristofori, è dedicata alla Madonna della melagrana di Jacopo della Quercia. Si è scelto il capolavoro del Museo della Cattedrale per commemorare l’ultima traccia documentaria di Jacopo a Ferrara, risalente ad esattamente 610 anni fa. Ma anche per collegarsi alla IV edizione di Anatomia di un capolavoro tenutasi nel presente anno e incentrata proprio su questa grandiosa scultura. In attesa di raccogliere i video delle conferenze quercesche, in questo numero nelle pagine dedicate alle Attività è possibile vedere o rivedere i video della terza edizione, quella del 2017, dedicata I colori dell’anima: i Libri Corali della Cattedrale e la musica sacra a Ferrara alla fine del Quattrocento, con Anna Melograni, Fabrizio Lollini e Mons. Pablo Colino.

Infine, va segnalata la si auspica momentanea sospensione della rubrica Fotobibliografica. Note sul patrimonio fotografico e librario..

Pubblicato su “MuseoinVita” | 7/8 | 2018