DIPINTI DELLA COLLEZIONE ORFANOTROFI E CONSERVATORI

Con la soppressione o la chiusura dei luoghi amministrati dalla Direzione Orfanotrofi e Conservatori, la maggioranza delle opere in essi originariamente conservati ha avuto poche occasioni di visibilità. I Musei di Arte Antica, che da tempo conservano nei propri depositi questo patrimonio rimosso dai luoghi di origine, hanno avviato un composito programma di recupero che prevede, accanto alla ricerca storica, la realizzazione di interventi di restauro e di promozione come la mostra ora allestita a Palazzo Bonacossi. Questo episodio espositivo è l’inizio di un progetto dedicato al recupero e alla visibilità della Collezione Orfanotrofi e Conservatori, e per la sua realizzazione i Musei hanno il sostegno di A.S.P. Centro Servizi alla Persona di Ferrara, in cui è confluito il patrimonio della Direzione Orfanotrofi e Conservatori.

Ippolito Scarsella detto Scarsellino (Ferrara 1551 –1620)
San Girolamo Emiliani riceve in consegna un’orfana
inizi XVII secolo
olio su tela, cm 104 x 116
inv. D.O.C.-n. 52

Durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Mentre la cornice non originale era gravemente danneggiata, la tela non presentava grosse problematiche conservative e di conseguenza è stata eseguita un’attenta manutenzione.
Sono state eseguite le prime operazioni di spolveratura sia sul fronte, sia sul retro della tela, poi si è proceduto con una leggera pulitura che ha mantenuto la vernice protettiva precedente. Stesa la vernice intermedia, le operazioni di manutenzione sono continuate con il ritocco pittorico correggendo le vecchie e ormai alterate ridipinture, affinché riemergessero con equilibrio le varie tonalità e la scena riacquistasse la sua calda luminosità.


Ippolito Scarsella detto Scarsellino (Ferrara 1551 –1620)

La Madonna di Reggio col Bambino e i santi Margherita, Chiara e Francesco d’Assisi
olio su tela, cm 146 x 118
inv. D.O.C. – n. 18

Durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
La tela era in discrete condizioni, per cui non è stato necessario un restauro generale, ma una delicata manutenzione di tipo estetico. I fattori di maggior degrado erano la pellicola della vecchia vernice protettiva ossidata, i ritocchi alterati apposti nei restauri precedenti e un consistente strato di sporco. Dopo la rimozione della polvere accumulatasi sul retro e sui bordi è stata effettuata una pulitura con un tensioattivo non ionico che ha evitato di togliere la vernice precedente. Terminata la pulitura è stata applicata una mano di vernice per saturare il colore, omogeneizzando le parti opache e quelle lucide e così abbassando l’ossidazione. Il ritocco pittorico piuttosto laborioso ha cercato di correggere le vecchie ridipinture incongrue migliorandole, senza asportarle. Infine è stata apposta la vernice protettiva.


Ippolito Scarsella detto Scarsellino (Ferrara,1551 –1620)
Deposizione o Compianto Sul Cristo Morto
olio su tela, cm 246 x 167
inv. D.O.C. – n. 25

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Il dipinto è stato inizialmente sottoposto ad accurata disinfestazione e poi a una pulitura a base di tensioattivo per rimuovere lo sporco superficiale. Lungo il perimetro della tela, danneggiato dall’attacco di insetti, è stata apposta una parziale foderatura. Infine un paziente lavoro di equilibratura cromatica sui pregressi ritocchi visibilmente alterati ha ridato leggibilità a questa importante opera dello Scarsellino.


Ippolito Scarsella detto Scarsellino (Ferrara,1551 –1620)
Martirio di santa Margherita
1611 (secondo l’iscrizione sul retro della tela)
olio su tela, cm 247 x 161
inv. D.O.C. – n. 51

Prima del restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima del restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Come la Deposizione e la Decollazione del Battista, anche questo dipinto era stato rifoderato con colla di pasta a base di proteine animali, per cui risultava come gli atri due infestato in particolare da tre diverse specie di insetti: Lepisma Saccarina, Coleoptera Anobidae e Dermestidae Anthrenus sp. È stato quindi necessario eseguire una capillare disinfestazione, rinforzare la tela nelle fasce perimetrali e intervenire con una delicata pulitura. A seguito di numerose cadute di colore si è provveduto alla stuccatura delle lacune e, come fase finale, prima della vernice protettiva sono state apposte diverse integrazioni cromatiche.


Ippolito Scarsella detto Scarsellino (Ferrara,1551 –1620)
Decollazione di san Giovanni Battista
1603 ca.
olio su tela, cm 246 x 145
inv. D.O.C. – n. 24

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Questo dipinto, come quello raffigurante la Deposizione, aveva subito un forte attacco biologico multiplo, in particolare a causa della colla di rifoderatura a base di proteine animali, facilmente soggette all’attacco di microrganismi che prosperano in ambienti umidi, e producono fenomeni di biodeterioramento. Queste problematiche avevano reso fragile la struttura, pertanto dopo una dettagliata e accurata disinfestazione, si dovuto apporre una parziale foderatura a rinforzo di tutto il perimetro della tela. La minuziosa pulitura ha permesso di eseguire un bilanciato ritocco pittorico.

Restauro: Laboratorio di Restauro di Donatella Magnani, Ferrara
Direzione lavori: Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici


Ignoto del XIX secolo (copia da Bartolo di Fredi)
Adorazione dei Magi
olio su tavola, cm 78 x 57
inv. O.A. n. 1614 (Collezione Marchesini)

Prima del restauro (a sinistra), dopo il restauro (a destra)

Prima del restauro (a sinistra), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento (2012)
La tavola presentava un consistente attacco di insetti xilofagi, testimoniato dalle numerose gallerie leggermente sotto la pellicola lignea. Inoltre erano evidenti sfondamenti e forte rasura del legno nell’angolo in basso a destra, con fenditura passante e conseguente parziale distacco dell’angolo. Presentava infine alcuni distacchi della pellicola pittorica.
L’articolato restauro ha permesso, dopo la disinfestazione e la pulizia, di procedere con il risanamento del legno e di colmare le fessurazioni. Attraverso innesti a cuneo sono state riposizionate le traverse nella loro sede.
Completato il restauro ligneo si è proceduto con la stuccatura delle lacune più profonde con pasta di legno e successivamente con gesso e colla animale. Dopo una prima verniciatura con resina mastice per saturare i colori, si è proceduto con l’integrazione pittorica e si è applicata la foglia in similoro poi patinata. Verniciatura finale.

Restauro pittorico: Laboratorio di Restauro di Donatella Magnani, Ferrara
Restauro ligeno: Laboratorio di Restauro di Sandro Salemme, Imola (Bo)
Direzione lavori: Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici


Ignoto
Madonna col Bambino detta Madonna del cedro
XVI secolo
marmo di Carrara, cm 70 x 42 x 13

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento (2013)
L’altorilievo insieme all’epigrafe e al sarcofago in marmo rosso – fatto costruire da Andrea Canali per sé e per la moglie Agnese Riminaldi nel 1553 – era parte del monumento funebre della famiglia Canali, asportato dalla distrutta chiesa di Sant’Andrea e accolto all’inizio del XIX nel cimitero pubblico della Certosa.
L’opera è stata per lungo tempo collocata in una piccola nicchia ricavata dal muro di cinta della Certosa. L’esigua profondità dell’incavo ha lasciato gran parte della scultura esposta agli agenti atmosferici, e inoltre soffocata da piante rampicanti. Lo stato conservativo del materiale lapideo, pur presentandosi in generale discreto, era particolarmente danneggiato nella parte superiore e nelle parti di modellato più sporgente, dove il materiale lapideo si era disgregato assumendo una consistenza zuccherina con conseguente polverizzazione.
Vi erano inoltre molte sedimentazioni di polveri e concrezioni di nidi creati da insetti, nonché alcune croste nere con alterazioni del substrato e microfratture.

L’intervento di restauro è stato realizzato grazie al contributo e alla sensibilità civica di Ambassador Club Italia, Ferrara

Restauro: C.R.C Restauri s.r.l. di Fabio Bevilacqua, Molinella (Bo)
Direzione lavori: Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici


Paolo di Jacobello (attribuita a)
Crocifissione
XIV secolo
marmo di Carrara, cm 68 x 37 x 19

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento (2013 –2014)
Il raffinato altorilievo è stato attribuito da Gualtiero Medri a Paolo di Jacobello, per la similitudine stilistica della Crocifissione presente nel pannello centrale del monumento funebre di Prendiparte Pico, realizzato da Jacobello attorno all’ultimo decennio del XIV secolo, nella chiesa di San Francesco a Mirandola.
L’opera incassata in una parete interna della “casetta del custode” in Certosa, è stata smurata poiché i locali necessitavano di lavori strutturali per essere adibiti a nuove funzioni. I Musei di Arte Antica hanno quindi preso in carico l’opera, provvedendo alle operazioni di estrazione dalla parete e successivamente attivando con finanziamenti propri l’intervento di restauro.
La Crocifissione era circoscritta da una cornice ottocentesca in stile gotico che è stata rimossa. Lo stato conservativo non presentava particolari problemi, pertanto dopo le opportune indagini finalizzate alla conoscenza dei materiali, si è proceduto con le operazioni di consolidamento, di pulitura, di fissaggio delle parte decorse ed infine con un trattamento protettivo.

Restauro: C.R.C Restauri s.r.l. di Fabio Bevilacqua, Molinella (Bo)
Direzione lavori: Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici


 

DIPINTI DALLA CHIESA DELLA MADONNINA

A seguito del terremoto del 2012, la Chiesa della Visitazione di Maria Vergine – nota anche come Chiesa della Madonnina – è stata chiusa al pubblico. I Musei di Arte Antica si sono fatti carico di prelevare e mettere in sicurezza tutte le opere, e hanno dato corpo al programma di recupero, restaurando a piccoli lotti le opere che presentavano problematiche conservative più importanti.
Dopo gli interventi di restauro e in attesa di poter riportare le tele nella sede originaria, le opere sono tate esposte Palazzo Bonacossi. Un articolato percorso didascalico spiega le vicende storico artistiche e conservative dei dipinti, agevolandone così la piena fruibilità.

Restauri manutentivi dal 2012 al 2014

Il restauro manutentivo di tutti i dipinti provenienti dalla Chiesa della Madonnina è stato realizzato da:
Laboratorio di Restauro di Donatella Magnani, Ferrara
Direzione lavori: Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici

Ignoto
Cristo scende dalla Croce verso santa Lutgarda
XIX secolo
olio su tela, cm 130 x 113

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
La tela si presentava totalmente opacizzata da uno spesso strato di nero fumo, per cui è stato necessario sottoporla a una accurata operazione di pulitura a base di tensioattivi. Dopo questa prima fase la lettura dell’opera era ancora difficoltosa a causa del forte ingiallimento della vecchia vernice, di conseguenza si è dovuto effettuare un graduale assottigliamento di questa patina. Il lavoro è terminato con una leggera integrazione pittorica.

Cornice dorata con bordo marmorizzato cm 269 x 199

Descrizione intervento
La tela era contenuta in una monumentale cornice dorata che presentava diversi danni sia negli elementi strutturali, sia nelle parti dorate e laccate. In una prima fase è stato consolidato il supporto ligneo compromesso da parecchie fessure e crepe. Si è poi proseguito con un’accurata pulizia delle parti dorate che erano molto annerite probabilmente dal fumo di candela.Terminata la pulizia si è proceduto al ripristino delle parti dorate e laccate ricreando una base di stucco su cui in seguito è stata posta la foglia d’oro. E’ stata eseguita una calibrata integrazione nelle parti laccate. Infine si è concluso il restauro con la stesura di una cera protettiva.

Restauro: Laboratorio di Intaglio e Restauro di Lino e Marcello Zanella, Ferrara
Direzione lavori: Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici


Sigismondo Scarsella detto il Mondino (Ferrara 1522 o 24 – 1614)
Visitazione della Vergine a santa Elisabetta
olio su tela, cm. 208x 135

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Il dipinto, oggetto di un vecchio restauro, presentava una grande disomogeneità superficiale, erano visibili le lacerazioni e il risanamento di una grande lacuna del tessuto in basso a destra. I quattro angoli erano danneggiati e nel perimetro erano evidenti i fori dell’inchiodatura della cornice rimasta nella Chiesa.
Lo sporco e la forte ossidazione della vernice superficiale, insieme a numerosissimi ritocchi fortemente alterati, e il vecchio telaio non espandibile, compromettevano la fruibilità dell’opera. L’intervento di restauro manutentivo ha interessato l’intera opera compreso il risanamento e il ripristino della cornice. A seguito del complesso intervento di pulitura e stuccatura, è stata eseguita l’integrazione pittorica con colori a vernice delle lacune e dei ritocchi che disturbavano maggiormente, verniciatura finale nebulizzata con resina acrilica.


Ippolito Scarsella detto Scarsellino (Ferrara,1551 –1620)
La Madonna di Reggio
olio su tela, cm 245 x 172

Prima del restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima del restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Il dipinto presentava sporco superficiale e coerente sul recto e sul verso, una lacuna della pellicola pittorica e del tessuto sul lato destro in basso. La tela è stata smontata dalla cornice, pulita meccanicamente e con tensioattivo Tween 20 al 2% in acqua distillata. Il vecchio telaio e la cornice sono stati disinfestati per impregnazione con prodotto antitarlo Perxil 10. È stato applicato un innesto nella lacuna della tela, e si è proceduto con la stuccatura a gesso e colla animale. L’integrazione pittorica, eseguita con colori a vernice nelle lacune del dipinto e della cornice, è stata completata con la verniciatura finale nebulizzata con resina acrilica.
Rimontaggio del dipinto nella cornice.


Gaspare Venturini (Ferrara 1576 – 1602), attribuito a
Natività della Vergine
olio su tela, cm 146 x 102

Prima del restauro (a sinistra), dopo il restauro (a destra)

Prima del restauro (a sinistra ), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Il dipinto era stato restaurato in precedenza, presentava una spessa superficie di sporco e alcuni ritocchi alterati; diverse lacune e macchie nella meccatura compromettevano la cornice. È stato necessario eseguire un restauro manutentivo partendo dallo smontaggio della tela per pulirla con tensioattivo Tween 20 al 2% in acqua distillata. Il telaio e la cornice sono stati sottoposti a trattamento antitarlo per impregnazione con Perxil 10. La cornice è stata risanata e recuperata. Infine è stata effettuata una equilibrata integrazione pittorica con verniciatura finale nebulizzata con resina acrilica, e il reinserimento del dipinto nella cornice.


Gaspare Venturini (Ferrara 1576 – 1602), attribuito a
Incoronazione della Vergine

olio su tela, cm 146 x 82

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Il dipinto era stato restaurato in precedenza, presentava una spessa superficie di sporco e alcuni ritocchi alterati; diverse lacune e macchie nella meccatura compromettevano la cornice. È stato necessario eseguire un restauro manutentivo partendo dallo smontaggio della tela per pulirla con tensioattivo Tween 20 al 2% in acqua distillata. Il telaio e la cornice sono stati sottoposti a trattamento antitarlo per impregnazione con Perxil 10. La cornice è stata risanata e recuperata. Infine è stata effettuata una equilibrata integrazione pittorica con verniciatura finale nebulizzata con resina acrilica, e il reinserimento del dipinto nella cornice.


Francesco Parolini (Ferrara 1703 – 1789 ), attribuito a
Sacra Famiglia

olio su tela, cm 205 x 135

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Descrizione intervento
Il dipinto, sagomato all’estremità superiore e restaurato in precedenza, presentava una curvatura diversa e più bassa della centina rispetto a quella della cornice, una ossidazione della vecchia vernice superficiale, ritocchi alterati e sporco sul verso e sul recto. Dopo aver colmato lo spazio tra sommità della centina del dipinto e la cornice, è stata eseguita la pulitura e la disinfestazione del telaio e della cornice. Nel dipinto si è proceduto con l’integrazione della tela nello spazio della sagomatura e successiva stuccatura per accordarsi all’originale. L’intervento è stato finalizzato ad un miglioramento estetico generale, sistemando i ritocchi alterati e ricucendo l’assetto visivo. Consolidamento e restauro della cornice in argento meccato.


RESTAURI POST SISMA DEL 20 E 29 MAGGIO 2012

PALAZZO SCHIFANOIA
Febbraio – Marzo 2013

Le forti scosse sismiche che hanno colpito nel maggio 2012 la città di Ferrara, hanno provocato significativi danni al patrimonio storico artistico e anche Palazzo Schifanoia non ne è rimasto indenne. Le maggiori problematiche hanno coinvolto il Salone dei Mesi e la preziosa Sala delle Virtù o degli Stucchi, provocando importanti fessurazioni con conseguente caduta di porzioni di intonaco affrescato.

I progetti di recupero elaborati dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, congiuntamente ai Musei di Arte Antica e Storico Scientifici e il Servizio Beni Monumentali, hanno dato corpo al programma di restauro delle due Sale di Palazzo Schifanoia, conclusosi alla metà del mese di Marzo 2013.

Salone dei Mesi
(Parete est – Francesco del Cossa, 1469)

Intervento di manutenzione completa delle pareti nord, sud, est ed ovest

Restauro: Laboratorio di restauro Ottorino Nonfarmale, San Lazzaro di Savena, Bologna

Direzione lavori:
Carla Di Francesco – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia- Romagna
Natascia Frasson – Comune di Ferrara, Servizio Beni Monumentali
Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici

Descrizione intervento
Le scosse sismiche avevano riaperto una lesione già presente nella parete est dipinta dal Cossa, e più precisamente nella fascia superiore del mese di Maggio; una seconda spaccatura si era aperta nella decorazione a parasta del mese di Marzo. La prima fessurazione che si estendeva dal soffitto accanto al carro di Apollo nella fascia superiore sino al registro inferiore, aveva provocato la caduta della superficie affrescata, in gran parte in una zona neutra. La crepa passava sino alla parete della sala degli Stucchi, per cui è stato necessario agire anche su quel versante. Effettuato il bendaggio protettivo, si è dato corso al consolidamento della frattura, operazione che ha interessato anche altri piccoli ma numerosi sollevamenti. Terminata questa fase è stato rimosso il bendaggio protettivo e ricostruita la zona neutra. Infine si è proceduto con il ritocco pittorico con velature ad acquarello. Il medesimo intervento è stato condotto sulla crepa del mese di Marzo.
Su tutta la rimanente superficie pittorica è stata accuratamente rimossa la pesante patina di polvere e dopo un’attenta revisione sono state effettuate le necessarie stuccature e le riprese pittoriche nelle porzioni che avevano subito la perdita dell’intonaco affrescato.

Prima del restauro (a sinistra), dopo il restauro (a destra)

Prima del restauro (a sinistra), dopo il restauro (a destra)


SALA DELLE VIRTÙ O DEGLI STUCCHI
Domenico di Paris, 1467

Restauro del fregio in stucco policromo e restauro manutentivo del soffitto ligneo

Restauro: Laboratorio di restauro Andrea Fedeli, Firenze

Direzione lavori:
Carla Di Francesco – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
Natascia Frasson – Comune di Ferrara, Servizio Beni Monumentali
Elisabetta Lopresti – Comune di Ferrara, Musei di Arte Antica e Storico Scientifici

Descrizione intervento
I danni più evidenti hanno interessato le sculture ad altorilievo del fregio, rappresentanti le Virtù: Fortitudo e Temperanza, collocate rispettivamente nelle pareti confinanti a ovest con il Salone dei Mesi ed a est con la Sala delle Imprese. Per valutare e risarcire le crepe passanti visibili in superficie, che spaccavano le sculture in Sala Stucchi e laceravano l’affresco nella parete est del Salone dei Mesi, è stato eseguito il taglio e lo stacco delle porzioni del fregio pertinenti alle due Virtù. La delicata operazione, eseguita per la prima volta, ha permesso di verificare la consistenza delle vecchie crepe, prodotte dal terremoto del 1570 e di visionare la natura delle nuove.
Risarcite le fessurazioni e messo in sicurezza il paramento murario, è stato eseguito il restauro delle sculture, ricollocandole poi nella loro sede originaria, adottando un sistema di fissaggio mobile tale da permettere eventualmente un nuovo smontaggio, rapido e poco invasivo.
L’intervento è proseguito con il consolidamento del soffitto ligneo e dopo una consistente spolveratura dell’intero apparato decorativo è stato eseguito il restauro delle parti ammalorate.

Il restauro è stato interamente finanziato dalla MANIFATTURA BERLUTI s.r.l. di Ferrara

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Prima e durante il restauro (a sinistra e al centro), dopo il restauro (a destra)

Dopo il restauro

Dopo il restauro

 Pubblicato su “MuseoinVita” | 1 | febbraio 2015