Dipingere gli affetti: introduzione al percorso espositivo

Dipingere gli affetti: introduzione al percorso espositivo

L’ala sud e i Camerini del Principe del Castello Estense ospitano dal 26 gennaio al 26 dicembre 2019 la nuova edizione de “L’arte per l’arte”, l’iniziativa del Comune di Ferrara dedicata alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico locale non accessibile a seguito del sisma del 2012. Dopo gli appuntamenti con Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis(2015-16) e con Da Previati a Mentessi, da Boldini a De Pisis. Un nuovo percorso al Castello Estense (2015-16), protagonista è questa volta la quadreria dell’ASP – Azienda Servizi alla Persona di Ferrara (fig. 1), depositata presso i Musei Civici cittadini dal

Una scuola sicura e che non inganna: il significato della produzione artistica delle copie nella Ferrara del XVII secolo

Una scuola sicura e che non inganna: il significato della produzione artistica delle copie nella Ferrara del XVII secolo

L’assetto storico-politico della Ferrara del Seicento, all’indomani della Devoluzione del Ducato allo Stato Pontificio, ha avuto importanti ripercussioni sulle botteghe artistiche presenti sul territorio. Ritrovatesi prive delle committenze ducali, esse si impegnarono a soddisfare le richieste provenienti da ambiti diversi, fossero esse di matrice religiosa o legate alla nuova classe dirigente. In questo frangente, tutt’altro che marginale è la produzione artistica di copie o repliche sovente connessa, in qualche modo, agli ultimi lembi del clima del regno di Alfonso II. La vivacità di una simile attività, che può essere annoverata a pieno titolo tra le produzioni artistiche più floride della

Il cuore liquefatto di Carlo Bononi in Santa Maria in Vado

Il cuore liquefatto di Carlo Bononi in Santa Maria in Vado

Carlo Bononi e la Basilica di Santa Maria in Vado sono legati in modo indissolubile: alla chiesa il pittore deve la sua fama nonché, anche se tra mille traversie, la sua (non definitiva) sepoltura; il tempio deve al pittore gran parte del suo fascino e buona parte della sua stessa immagine. A ben pensarci, non poteva che essere un artista così legato ai concetti di emozione e di empatia a dar forma e colori ad un luogo noto per un miracolo che evoca qualcosa di viscerale e profondo come il sangue e la devozione[1]. La straordinarietà dell’impresa decorativa compiuta dal

L’Incoronazione della Vergine di Carlo Bononi

L’Incoronazione della Vergine di Carlo Bononi

Carlo Bononi Incoronazione di Maria Vergine 1616-17 Olio su tela, diametro cm 298 Ferrara, chiesa di Santa Maria in Vado. Inginocchiata su nubi dalla vaporosa quanto solida consistenza, Maria Vergine accoglie a mani giunte con composto e deciso sguardo la corona che Cristo e l’Eterno padre le pongono sulla testa. Su tutti muove la colomba dello Spirito Santo, fonte di luce dorata che delicatamente illumina i paffuti volti degli angioletti tra le nubi, protagonisti del prodigioso evento insieme ai paradisiaci musici adolescenti, che ai piedi della Trinità, suonano indicano e osservano lo spettatore. In una data presumibilmente anteriore al 1616-17,

Tra dipinti perduti, misteri da risolvere e un volto tra le fiamme: tracce di Antonio Randa nel Ferrarese

Tra dipinti perduti, misteri da risolvere e un volto tra le fiamme: tracce di Antonio Randa nel Ferrarese

… non fù alcuno che fosse per riuscir maggior maestro […] di un’Antonio Randa[1]. Diverse fonti ricordano la presenza nel territorio ferrarese di un artista che ai suoi tempi, il Seicento, era noto e apprezzato per le doti pittoriche ma in seguito venne dimenticato, con ogni probabilità a causa della cattiva fama che costruì intorno a sé. Malvasia arrivò a sostenere che era preferibile smettere di parlarne a causa della sua condotta di vita, il che lo rende, proprio per questo, un personaggio da riscoprire cercando di sollevare, uno a uno, i veli del tempo passato[2]. Al di là del

Un nuovo (?) Genio delle arti di Carlo Bononi

Un nuovo (?) Genio delle arti di Carlo Bononi

L’archivio fotografico o fototeca, che dir si voglia, ha rappresentato un territorio pressoché sacro per intere generazioni di storici dell’arte. Una sorta di tempio nel quale ritirarsi e al quale ci si rivolgeva per trovare conferme o sconfessioni alle proprie teorie, confrontarsi con le opere oggetto di ricerca o per cercarne di nuove. Il progredire della tecnologia, dei metodi di archiviazione e la comparsa delle consultazioni online delle collezioni museali o di progetti ad altissima definizione come Google Art Project hanno reso quei luoghi semideserti, specie quelli che, per svariati motivi, faticano a mettersi al passo con i tempi. La