Il 22 settembre scorso, al termine di un complesso restauro, l’Incoronazione della Vergine di Carlo Bononi, la grande tela fulcro del ciclo realizzato per la chiesa di Santa Maria in Vado, è tornata a risplendere dopo cinque anni dal terremoto del 2012.
Rimossa dalla sua abituale collocazione nella crociera del tempio a seguito del sisma, l’opera aveva rivelato uno stato di conservazione drammatico: l’azione combinata di volatili, topi, insetti e attacchi microbiologici aveva infatti inferto danni ingenti alla tela e alla pellicola pittorica. La drastica mancanza di risorse finanziarie ha fatto sì che, dopo un primo intervento d’urgenza compiuto nel 2013 e curato dalla Soprintendenza al Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Bologna, l’Incoronazione sia stata imballata e custodita in una delle cappelle laterali della basilica in attesa di tempi migliori.
Il fortunato incontro tra lo scrivente, impegnato assieme a Francesca Cappelletti nella curatela della mostra su Carlo Bononi che ha inaugurato a Palazzo dei Diamanti lo scorso 14 ottobre, Sante Mazzacane, professore dell’Università di Ferrara, e don Riccardo Petroni, nuovo parroco di Santa Maria in Vado, ha consentito di mettere in cantiere nel corso del 2016 un ambizioso progetto di recupero. Il restauro, finalizzato a fermare l’avanzamento del degrado attivo sul manufatto, è stato finanziato dal CIAS (Centro Ricerche Inquinamento Fisico Chimico Microbiologico Ambienti Alta Sterilità) dell’Università di Ferrara e dal Consorzio Futuro in Ricerca d’intesa con la Parrocchia dell’Annunciazione di Santa Maria in Vado.
Il complesso intervento, condotto nell’estate 2017, è stato curato da Fabio Bevilacqua che già in passato si era dedicato alle cure dei dipinti murali e mobili della chiesa.
Contestualmente al recupero della tela, il CIAS ha condotto attività di analisi finalizzate alla messa a punto di tecniche di decontaminazione microbiologica di manufatti artistici, allo studio delle caratteristiche fisico chimiche della pellicola pittorica e dei pigmenti utilizzati. Le attività di laboratorio si sono avvalse delle competenze di altri gruppi di ricerca dell’Università di Ferrara che hanno contributo attivamente allo sviluppo del progetto. Di questa complessa attività, dà conto il sito web del CIAS, dove sono raccolti e man mano aggiornati gli esiti delle ricerche scientifiche. Tutte le attività sono state naturalmente concordate, approvate e supervisionate dai tecnici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna e Ferrara.
Al termine di queste operazioni la tela è tornata, come si usa dire con una formula abusata ma in questo caso pregnante, al suo antico splendore e – grazie ad un altro accordo tra il CIAS, la Parrocchia, il Consorzio Futuro in Ricerca, il Comune di Ferrara (rappresentati dai nostri Musei di Arte Antica) e la Fondazione Ferrara Arte – è stata esposta “a terra” all’interno della stessa chiesa grazie un allestimento che offre l’opportunità di ammirarla da vicino.

Fig. 1, Allestimento della mostra temporanea in Santa Maria in Vado.
Questa piccola esposizione, progettata da PANSTUDIO architetti associati di Bologna, si lega alla prima monografica dedicata all’artista, Carlo Bononi. L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese, visitabile a Palazzo dei Diamanti fino al 7 gennaio 2018 e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte, un evento che rappresenta un’eccezionale occasione per immergersi nell’arte di questo straordinario protagonista del XVII secolo, amato e stimato da artisti del calibro di Guercino e Guido Reni.
Al termine dell’esposizione, l’Incoronazione della Vergine verrà ricollocata nella sua posizione originale, tornando ad essere il fulcro figurativo del ciclo bononiano che, come le ricerche qui presentate dimostrano, fu terminato esattamente 400 anni fa.
Si è quindi scelto, in virtù della straordinaria occasione di ricerca che la mostra e il restauro hanno concesso, di dedicare la sezione Studi e Ricerche del numero 5/6 di “MuseoinVita” proprio a questa esperienza di recupero, a Carlo Bononi e al ciclo pittorico che da secoli ne tramanda il nome, non dimenticando, ovviamente, gli approfondimenti dedicati alle attività, convegni e ricerche che annualmente i Musei di Arte Antica svolgono.
Un numero, seppur strutturalmente simile ai precedenti, assai diverso nella sua pubblicazione, con i contenuti che saranno resi disponibili online gradualmente nel corso dei mesi di apertura della mostra di Palazzo dei Diamanti al fine di rendicontare passo dopo passo, come una sorta di blog, tutte le fasi di un restauro che costituisce un esempio virtuoso di sinergia tra enti pubblici e privati locali. Il numero 5/6 è stato coordinato editorialmente dal validissimo Romeo Pio Cristofori.
A nome dei Musei di Arte Antica un ringraziamento va a coloro che hanno consentito la realizzazione di questo progetto, primi fra tutti il generoso propulsore dell’iniziativa Sante Mazzacane, direttore del CIAS, la Fraternità Sacerdotale della Familia Christi, amorevoli amministratori della rinata chiesa di Santa Maria in Vado, e la direttrice scientifica della Fondazione Ferrara Arte Maria Luisa Pacelli, al coraggio della quale dobbiamo l’opportunità di dedicare a Bononi la prima mostra monografica sull’ultimo grande artista dell’Officina ferrarese.
Pubblicato su “MuseoinVita” | 5-6 | giugno-dicembre 2017